Alla ricerca del passato
Dov'era l'antica Cappella di San Marco?
Benché il toponimo, che si è conservato, sia noto a tutti, pochi sanno che a Sant'Andrea di Conza esisteva una Cappella intitolata a San Marco e, di questi, pochissimi conoscono dove fosse ubicata. Probabilmente ancora meno saranno quelli ai quali potrà ...
... interessare saperlo, tuttavia crediamo utile affrontare l'argomento e per quei pochi, nonché per quelli più sensibili e desiderosi di conoscere qualcosa in più sul paese, ... andiamo avanti.
Diciamo subito che non riusciremo a rispondere esaurientemente e ad individuare l'esatta ubicazione della Chiesetta di San Marco ma, pur rimanendo nel campo delle ipotesi, qualcosa in più se ne saprà.
È bene precisare innanzitutto che ci affideremo essenzialmente ad alcuni atti notarili(1) nei quali si fa cenno a tale struttura e che è più opportuno parlare di "Cappella" e non di "Chiesa".
Essa veniva considerata di tipo "rurale" in quanto si trovava all'esterno dell'abitato. Infatti, a parte la menzione che se ne fa negli atti di visita degli Arcivescovi del tempo, in un atto del 06/06/1754, si fa esplicito riferimanto ai "benefici" della «... Beata Vergine del Carmine e Santo Marco ... il primo sito nella Madrice Chiesa di detta Terra, e quello di Santo Marco fuori dell'abitato ...».
Pertanto dovrebbe essere assodato che si trattava di una cappella "privata" e "rurale" sita al di fuori del centro abitato. D'altra parte l'abitato era probabilmente considerato racchiuso tra le mura che comprendevano "la Porta della Terra che va a Santo Marco".
Ingenera ulteriori dubbi il disegno dell'Arciprete Giovanni Pietro Fusco, che illustra alcune emergenze del paese, inserito nella Cronista Conzana (manoscritto redatto alla fine degli anni ottanta del XVII secolo e conservato presso la Curia Arcivescovile). In esso è raffigurata la chiesa di S. Marco al di sotto di un non meglio definito "molino" che, date le distanze, potrebbe far pensare al mulino "de piede" ubicato, ancora attualmente, poco sopra le case popolari, ai margini della "variante".
Ma tornando ad un atto del 09/07/1720 apprendiamo qualcosa di più. Infatti, in esso, si parla di «... una taverna di membri cinque soprani tre sottani, uno stallone con cortile, un giardino ed uno ampio richiuso attaccato, sita, e posta nel loco detto Santo Marco, e sotto il Molino di Mezzo confinata da ... e da canto la via pubblica che và à Santo Marco ed à Conza ...» la qual cosa ci rimanda ad una taverna che si trovava a San Marco e "sotto il Molino di Mezzo" del quale è ben nota l'ubicazione.
È bene aggiungere che esistevano in quel periodo almeno tre "taverne" a Sant'Andrea: una (detta Taverna Vecchia) lungo la strada "Le Grotte" appartenuta alla famiglia Natale (e poi ai Vetromile), un'altra appartenuta ai Tartaglia (poi Cianci) e la terza ai Natale, ambedue queste ultime in zona San Marco.
Infatti, da un altro atto, del 25/06/1743, apprendiamo che il "... Mag.co Antonio e Giuseppe (fratello consanguineo impubere di dodici anni incirca) Tartaglia figli del fù Vito Tartaglia cedono al Sig.re D.e D. Giuseppe Ant. Cianci ... una taverna di fabrica nel luogo detto Santo Marco tenimento di questa Terra, consistente detta taverna in cinque membri soprani, ciò è in una sala con due camere e due pagliere, ed in quattro sottani, confinata dalla via publica che và in Conza dà uno canto, dall'altro canto dalla via che và à Tortorino, et in Andretta, dà sotto con una loro vigna, ... , e dalla parte dì sopra verso Oriente, viene confinata dal largo e Cappella di S. Marco ...".
Quindi, stante l'indicazione delle strade che la lambivano, sembra indubitabile che la taverna dei Tartaglia si trovasse dietro la posizione attuale della Croce in pietra, al Purgatorio, sul "largo della cappella di San Marco".
È utile far riferimento anche all'atto stipulato il 17/06/1747 con il quale «... Ant.o Tartaglia cede alli Mag.ci Michele e Fran.co Andrea Solimeni figli del detto fù D.e Donato e Nipoti di esso Mag.co Ant.o le due cappelle della B. V. del Carmine eretta dentro la Chiesa Madre di questa predetta Terra, a man destra vicino la Cappella del SS.mo Sacramento, e l'altra fuor del ristretto di questa predetta Terra sotto l'invocazione di Santo Marco ...»
Ancora, in un atto del 06/09/1760, viene impegnata «... una casa di fabrica per uso di Taverna, con cinque stanze soprane, uno stallone con scaricaturo da sotto, con cortile coverto, uno largo racchiuso con muro di fabrica, ed uno stazzo di luogo per uso di giardino, attaccato a detta taverna confinata da sotto colli beni del ..., dà canto colli beni del ..., da sopra il molino, e dall’altro canto la via publica ...» che conferma l'ubicazione della taverna dei Natale nei pressi del mulino (di mezzo).
Di più, in un atto del 02/03/1797, vi è menzione di « ... un orto alla Taverna, nel Luogo detto S. Marco, di Capacità misure due, che verso settentrione attacca alli beni di ..., verso oriente confina coll’acqua della Forma, ed altri beni ..., compresovi gl’albori nello stesso esistenti, la servitù del passaggio per il largo confinante colla cappella del Purgatorio, e passagio [sic] ancora per entro il portone dello scaricatojo della Taverna ...» evidentemente di proprietà dei Natale.
In definitiva, non dovrebbero permanere dubbi sul fatto che il "molino" riportato nel disegno del Fusco debba intendersi quello più vicino all'abitato, quantunque esterno ad esso (poi inglobato nella casa dei D'Angola), e che la Chiesetta di S. Marco fosse poco lontana da tale mulino.
Crediamo allora sicuramente utile quanto riportato fin qui ed anche se non si può essere certi dell'esatta ubicazione della cappella in questione sembra abbastanza plausibile l'ipotesi che si trovasse dove attualmente è sito il fabbricato ad angolo tra Via S. Marco (presumibilmente derivante proprio dalla Cappella) e Vico I Incoronata, nel quale si ritrovano peraltro inseriti alcuni elementi lapidei che dovevano appartenere proprio a tale Chiesa. Risulta poi, come si è visto, che apparteneva alla famiglia Tartaglia e che, prima della metà del secolo XVIII, fu ceduta ai Solimene.
Ogni diversa indicazione che possa confutare l'ipotesi qui formulata e chiarire definitivamente la questione sarebbe notevolmente gradita.
(1) Gli atti cui si fa riferimento in questa pagina sono depositati presso l'Archivio di Stato di Avellino.