... o Chiesa di S. Michele
La chiesa di S. Michele(1), attigua al Seminario, ha un impianto a navata unica con una volta a botte lunga 13 m e larga 8,50 terminante in un presbiterio a pianta quadrata (8,50 x 8,50 m) con l'abside semicircolare.
La chiesa fu iniziata dall'arcivescovo Gaetano Caracciolo. Mentre si scavava fu scoperta una grotta simile a quella di S. Michele sul Gargano, che fu ingrandita e rinforzata e che diventò la cripta della chiesa. L'arcivescovo Caracciolo, per abbellire la chiesa, fece dipingere sei tele dal pittore napoletano Andrea Miglionico, discepolo di Luca Giordano.
Successivamente la chiesa ha subito gravi danni a causa soprattutto dei movimenti franosi che interessano la parte alta del centro abitato. Michele Arcangelo Lupoli fu il primo a far eseguire radicali restauri. Essi portarono alla distruzione della cripta soggetta a continue infiltrazioni di acque provenienti dalla vicina sorgente.
Gregorio De Luca (famoso per l'ospitalità concessa al brigante Crocco e alla sua banda), viste le precarie condizioni statiche dell'edificio, lo demolì e lo fece ricostruire in sito, arricchendolo di preziosi arredi lignei finemente intagliati ed intarsiati, quali il pulpito, il coro e i confessionili, nonchè di nuovi altari marmorei.
La chiesa fu colpita dal terremoto del 7/6/1910, che procurò gravissimi danni. Fu in seguito restaurata a cura dell'arcivescovo Nicola Piccirilli, che resse la diocesi dal 1904 al 1918. Altri restauri furono eseguiti nel 1936 dall'arcivescovo Giulio Tommasi e negli anni Sessanta dal Genio Civile a seguito soprattutto dei danni riportati nella seconda guerra mondiale.
L'edificio si presenta attualmente in uno stile neoclassico sia nella facciata esterna, tutta in pietra locale squadrata a due ordini sovrapposti ripartiti da lesene con capitelli compositi e terminante con un frontone triangolare, sia nella decorazione interna ricca di pregevoli stucchi. Al centro della facciata è situato lo stemma marmoreo di Mons. Gregorio De Luca. La copertura del presbiterio è costituita da una imponente cupola decorata a cassettoni.
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Oggi rimane ancora inutilizzata a causa dei danni provocati dal sisma del novembre 1980: i danni sono stati parzialmente riparati ma in proposito forse è meglio tacere ...
(1) Da: "Il recupero del centro storico di Sant'Andrea di Conza" edito nel 1989 a cura dell'Amministrazione Comunale e della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino.