... Aniello Calcara
Aggiunti i due sonetti dedicati a Conza d. C. e Calitri
In questa pagina vengono riprese e riproposte le liriche (per la gran parte sonetti) già pubblicate sul periodico "il Seminario" a partire dal n. 2/2011 perché le riteniamo particolarmente interessanti. Tra esse raccomandiamo di porre l'attenzione su quella che riguarda il nostro paese ("Il tempio e l'officina"). Ci ...
... sembra molto appropriata e sembra quasi "fotografare" (come avviene d'altronde per tutti i paesi) ciò che lo ha caratterizzato nei secoli.
Premessa alla pubblicazione su "il Seminario"
Cenni biografici
Mons. Aniello Calcara (1881 - 1961), prelato.
Laureato in lettere e filosofia, venne ordinato sacerdote nel 1903. Fu rettore degli studi al seminario di Sulmona, arcivescovo di Conza, S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia dal 1937; arcivescovo di Cosenza dal 1940 alla morte. Tra le sue pubblicazioni si ricordano I Canti di giovinezza; Il Poema dell'anima; Joachin; Il Serafico Amore; Il Problema Morale.
Nell'agosto 1940 Mons. Aniello Calcara, Arcivescovo di Conza e Vescovo di S. Angelo dei Lombardi e Bisaccia, nonché Presidente dei Poeti cattolici italiani, si congedò dalle popolazioni dell'Alta Irpinia con un opuscolo di liriche dal titolo "La mia Corona”. Si congedò lasciando un vivo rimpianto e come ebbe a dire, lo stesso presule, con un "se" si trasferiva a Co-se-nza.
Le liriche sono 36; in gran parte dedicate ai paesi delle tre Diocesi e, perciò, con destinatari diversi.
Sono composizioni poetiche in cui, con poche pennellate fa trasparire i suoi sentimenti più alti generati da un impulso interiore.
È un "dono di poesia" pervasa di tenerezza, gratitudine e ammirazione per le nostre comunità.
Per farne partecipi i nostri abbonati, riteniamo cosa utile pubblicarle periodicamente, una o due per Volta.
Da "il Seminario" n. 2/2011
ALL'IRPINIA
Hai il volto nascosto
sotto un velo di perle,
come al sole di agosto
paion le iridescenti acque a vederle.
Sei straniera e sei nostra,
sei lontana e vicina,
come quando si mostra
e non si mostra un'alba mattutina.
Di corda appena tocca
è tua voce suadente,
meno quando trabooca
l'anima tua con fascino irruente.
IL TEMPIO E L'OFFICINA
a S. Andrea di Conza
Dall'agile torrione del maniero,
occhiuta scolta, in secoli remoti,
d'ingorde voglie e di rapace impero,
veggo i tuoi figli fervidi e devoti
cercar nei templi il giubilo sincero
di beni al vile e al dotto volgo ignoti
e tramandar nell'opre e nel pensiero
raggi di fede ai prosperi nepoti.
Li veggo quindi ai campi e all'officina
portar la forza del sagace ingegno
che ad ogni ardire e a tutte l’arti inclina:
chè, se la fede stabile ha il suo regno,
l'umana, unita alla virtù divina,
d'ogni prosperità raggiunge il segno.
Da "il Seminario" n. 3/2011
LE MALIE DEL PASSATO
a Conza della Campania
Già dell'Irpinia cuore e baluardo,
or vive Conza delle sue memorie,
mentre d'un serto fulgido e gagliardo
la cingono tuttor le antiche istorie.
Nei secoli che furono il suo sguardo
fissa e vagheggia splendide vittorie,
vedendo palpitare il suo stendardo
al fascinoso ondar delle sue glorie.
E intanto accoglie l'anima sua forte
in quel che, primo fra i suoi molti vanti,
né la sventura le rubò, né morte:
del grand'Erberto affida ai prieghi santi
l'inclìta sua religiosa sorte,
innalzandogli in cor voti osannanti.
REALTA' DI SOGNO
a Calitri
Se dalla valle a te levo la vista
In questo tenue albor crepuscolare,
sembra cingerti in serto di ametista
la rinascente venustà stellare,
Calitri; e sobbalzarti alla conquista
d`una grandezza che ti fa sognare,
malia di filtro o fascino d`artista,
gioie profonde e vaste come il mare.
Ma l'Ofanto, ora placido e silente,
a volte ricco d'impeto e di voce,
dice nel corso suo perennemente,
che gli anni ogni beltà copron d'un velo
e ogni grandezza termina a sua foce
nel mar che specchia in sé gli astri del cielo.