Un gran libro di Gerardo Vespucci
È stato pubblicato ed è in vendita nell'edicola "da Pino" il nuovo corposo lavoro di Gerardo Vespucci costituito da "Scritti vari (1977-2019)" che esprime, come lo stesso sottotitolo dice, l'"Autobiografia di una generazione" cioè "... quella che fu giovane negli anni '70 ...".
L'autore, cercando nei suoi cassetti, ha "... ritrovato tutto ciò che andava scrivendo e pubblicando negli ...
... anni sui vari giornali, locali e non; ed ha recuperato documenti mai editi che ha messo a disposizione, anche per colmare i vuoti di conoscenza accumulati nel tempo, su fatti locali e nazionali".
Ne è venuto fuori fuori un lavoro solido e sostanzioso che ripercorre la vita e gli avvenimenti di oltre mezzo secolo che, se da una parte ci fa sentire veramente vecchi, dall'altra ci illumina su vicende, non tutte vissute in prima persona, che hanno contraddistinto un'epoca e che ci chiariscono gli eventi e complessivamente la storia che ci ha segnato.
Abbiamo avuto posizioni e abbiamo percorso strade diverse ma la lettura di questo libro ci chiarisce che le differenze erano più che altro formali e contingenti mentre le origini, i problemi, le difficoltà e la vita in genere, era sostanzialmente caratterizzata dalle stesse emozioni e forse dagli stessi sentimenti.
La mole dei documenti raccolti e offerti al lettore è davvero enorme. Da essi traspare la lucidità, la coerenza e l'impegno continuo dell'amico Gerardo che ha saputo confrontarsi con i problemi più disparati, specialmente nei campi della politica e dell'istruzione, senza temere di dialogare e misurarsi con persone di peso, con ruoli importanti nella vita politica, scientifica e culturale in genere.
In effetti ciò che più di tutto ci ha colpito, in una lettura, per ora, molto parziale e superficiale, e ci ha fatto riflettere è la confessione che fa l'autore nelle primissime pagine quando, sulla possibilità che qualcuno possa dire "... che c'è troppo spazio dedicato a Sant'Andrea ...", sostiene di aver "... avuto la presunzione di farne un caso paradigmatico di fenomeni addirittura nazionali, se non universali". Ecco, forse è proprio quella che è mancata a tante persone di valore che hanno avuto i natali e percorso almeno una parte della loro vita in questo piccolo "nido di usignolo" e che, con essa, avrebbero potuto accompagnarlo in un percorso ben più fecondo.
Gerardo può ben dire di essere stato lungimirante, forse sfrontato, ma certamente guidato da una forte consapevolezza delle possibilità che poteva fornire la conquista di una solida cultura, ma anche la lotta per l'emancipazione e il raggiungimento di traguardi ambiziosi.
Purtroppo il punto di partenza era troppo angusto e la platea troppo sfuggente e superficiale tanto che riduceva il confronto a piccole, tipiche, lotte di paese, capaci di stimolare solo misere invidie e antagonismi riduttivi e fini a se stessi.
Certo un carattere duro e che, talvolta, a qualcuno è potuto apparire altezzoso, non ha facilitato i giusti riconoscimenti al suo impegno e alle sue azioni ma senza dubbio, secondo noi, può restare tranquillo perché le energie profuse non sono state spese invano: hanno dato frutti copiosi e ricchi che a loro volta hanno prodotto e produrranno effetti ancora più proficui e abbondanti "per la riforma civile e morale dei nostri territori".
Commenti
Non conosco ancora il libro (spero di averlo fra le mani a brevissimo), né sufficientemente l'autore.
Di lui ricordo la verve politica (anche se ideologicamente distante dalla mia) tipica dei cavalli di razza.
Ho imparato ad apprezzarlo a piccole dosi, restando sempre folgorato dalla sua capacità oratoria.
Circa il suo carattere, comprendo ciò che dici, e aggiungo che è di gran lunga preferibile un provocatore di riflessioni, schietto e che ti manda a stendere se necessario, che tanti finti buonisti doppiogiochisti.
Nella mia vita ho imparato che i primi scuotono la società, i secondi vogliono (o vorrebbero) plasmarla.
Ad averne di gente così. A prescindere dalle opinioni politiche
Grazie per l'amicizia
Grazie per l'impegno politico
Grazie per la scuola.
Il carattere poi, chi se ne frega, vale l'onestà
RSS feed dei commenti di questo post.